Il fantasma di Girolamo Riario - Introduzione

Il fantasma di Girolamo Riario - Introduzione
  • Introduzione

 

Verso la fine dell’agosto 2010 una persona mentre si trovava sotto al palazzo comunale di Forlì, vide l’ombra di una figura danzare sui muri esterni vicino a una finestra del primo piano di quel palazzo.

Visto che era sera ma c’era ancora luce, credette trattarsi di un riflesso del sole sui vetri e non ci diede molta importanza.

Ma alcuni giorni dopo rivide quell’ombra gemere con un profondo taglio alla testa, uscire da una stanza vicino alla sala della giunta comunale e sgusciare via nel corridoio.

Successivamente qualcun altro, raccontò non solo di aver visto la stessa ombra, ma anche di averla sentita parlare.

In breve le testimonianze dissero di aver visto un uomo con una parte della testa spaccata o mancante, raccontare e lamentarsi di voler difendere la sua signora in pericolo e di chiedere vendetta contro qualcuno che l’aveva tradito.

 

Alcuni particolari di questi avvistamenti vennero poi raccontati il 31 gennaio 2011 in prima pagina nelle cronache locali di Forlì e a dir il vero vi furono altre persone che confidarono di averlo visto, anche se vollero rimanere anonime.

 

In un primo momento alcuni pensarono che si trattasse di Jacopo Feo, il secondo marito di Caterina Sforza, ma secondo l'autore, si trattava di una vecchia storia dimenticata dalla memoria di tutti, che risale al 1488, quando Riario fu assassinato nel palazzo comunale di Forlì, da tre sicari che lo pugnalarono al primo piano e poi lo gettarono nella piazza sottostante, storia che parecchi storici sembrano per qualche motivo aver dimenticato o messo in disparte.

 

Ma cosa si sa di Riario?

Poco o nulla.

Attualmente si pensa che di lui sia rimasta, o meglio si sia salvata in Vaticano, una sua presunta immagine da giovane per via del fatto che fu ritratto a fianco di suo zio, Papa SistoIV, dal pittore forlivese Melozzo degli Ambrogi e anche a Forlì, dove governò e fu assassinato, quasi nulla di certo rimane di lui e davvero pochi sanno ancor oggi, chi era veramente costui, perché fu assassinato e chi furono i veri mandanti.

 

Effettivamente come vedrete più avanti, parecchi personaggi e dettagli di questa vicenda furono dimenticati e sepolti sotto una specie di “damnatio memoriae”,1 ossia condannati ad essere dimenticati dai ricordi e dalla memoria storica delle persone.

Ma i ricordi e la memoria non si riescono a cancellare completamente e appena li si guarda bene sembrano in qualche modo riaffiorare e riaffermare la loro presenza, come se protestassero per essere stati messi per troppo tempo in disparte e si potrebbe ipotizzare che una “fame di memoria storica” così grande, potrebbe creare “cose dimenticate che persistono e riaffiorano nel tempo” che si possono anche chiamare "fantasmi del passato" se preferite.

 

Scritto in modo rapido e scorrevole, a metà tra saggio e narrazione, questo racconto storico svela forse per la prima volta in modo franco e diretto, parecchi fatti, luoghi e retroscena impensabili, accaduti ad una persona chiamata Girolamo Riario, marito di Caterina Sforza e nipote di Papa Sisto IV, assassinato più di 500 anni fa da una congiura nel palazzo comunale di Forlì.

Spiega pure avvenimenti mai osservati o completamente dimenticati da molto tempo, che difficilmente qualcuno ricordava più.

 

Ecco una lista di alcune cose che scoprirete in questo libro.

 

Fu scritto un libro in versi che annunciava la morte di Riario?

Chi lo scrisse ? Per conto di chi?

Era la prima volta che qualcuno vedeva il fantasma di Riario?

Il fantasma aveva la testa spaccata? Perché?

Il fantasma fu visto danzare sul muro esterno del palazzo comunale? Perché?

Chi furono i veri mandanti dei sicari di Riario?

Cosa aveva fatto Riario per dover essere assassinato?

Lorenzo il Magnifico e suo fratello assassinato dieci anni prima a Firenze, c'entravano qualcosa con questa storia?

Perché Riario entrava in chiesa solo circondato da molte guardie?

Perché girava fuori dal palazzo con una cotta di ferro sotto le vesti?

Fu creata una compagnia di sicari con lo scopo di assassinarlo? Da chi fu creata?

Che scritte apparvero nei portoni e nelle colonne delle chiese forlivesi prima del suo assassinio?

Dove era veramente la stanza delle Ninfe nella quale fu assassinato Riario?

Quella stanza fu poi fatta sparire? Da chi e soprattutto perché fu fatta sparire?

Si riesce a rintracciare dopo cinque secoli dov’era quella stanza? In che modo?

Cosa fecero i sicari di Riario, dopo averlo ucciso?

Riario fu poi gettato da una finestra del palazzo comunale?

Da quanto tempo il luogo dove cascò fu considerato segnato e maledetto?

Perché Caterina Sforza, moglie di Riario, fu falsamente accusata per secoli di aver mostrato le sue vergogne dagli spalti della rocca di Forlì ai suoi nemici che gli chiedevano di arrendersi? Cosa mostrò invece?

E tanto altro che scoprirete e capirete da soli durante la lettura.

Per cui vi auguro buona lettura e buona riscoperta di questa vicenda storica completamente dimenticata e se dopo aver letto questo libro, qualcuno dovesse per caso incontrare ancora il fantasma, sono sicuro che lo comprenderà molto meglio di prima.

 

L’Autore

 

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1Damnatio memoriae. Condanna ad essere dimenticati - Era una condanna antica in uso dai tempi egizi e romani, di far dimenticare qualcuno dalla memoria di tutti, prima uccidendolo poi cancellando e distruggendo ogni sua immagine, medaglie, monete, targhe, documenti, più ogni riferimento sui libri di cronaca che lo ricordavano e rappresentavano.

 

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